Diverse aziende associate hanno segnalato a Unione Italiana Vini preoccupazioni da parte di acquirenti (importatori, distributori, ecc.) circa la possibilità di trasmissione del SARS-CoV2 attraverso il vino e gli imballaggi. Con la dovuta prudenza che impone il fatto che si tratta di un virus nuovo, le autorità nazionali, europee e internazionali hanno fornito le seguenti informazioni rassicuranti.
- Il SARS-CoV2 fa parte della famiglia dei coronavirus. I coronavirus, che provocano malattie respiratorie, non si trasmettono attraverso gli alimenti che devono comunque essere manipolati nel rispetto delle regole di igiene ma attraverso contatti da persona a persona (tosse, starnuti, saliva, secondo quanto previsto dalle normative vigenti in materia di sicurezza alimentare).
- L’uva produce composti organici, che possono essere coinvolti nella difesa delle piante dai fitopatogeni invasori. Questi metaboliti includono numerosi composti fenolici, tra cui il resveratrolo, che sono anche attivi contro i patogeni umani, tra cui virus (adeno, citomegalo, epatite, noro, rota) (Agric. Food Chem. 2014, 62, 26, 6025-6042). Sia il vino rosso che il resveratrolo riducono il livello di RNA virale in modo dose-dipendente (https://doi.org/10.1016/j.foodcont.2014.07.056). Secondo uno studio realizzato da un gruppo internazionale di ricercatori e pubblicato nel 2017 nella rivista BMC Infectious Diseases “Infectious Diseases, Effective inhibition of MERS-CoV infection by resveratrol” (https://bmcinfectdis.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12879-017-2253-8 ) questa sostanza ha un effetto inibitore sulle malattie respiratorie provocate da un coronavirus identificato nel 2012 in Arabia Saudita. Più in generale, il resveratrolo avrebbe, secondo questo studio, proprietà antivirali. Quindi si potrebbe pensare che il vino, sia un mezzo particolarmente inospitale per lo sviluppo dei virus e quindi anche del SARS-CoV2. Inoltre esiste la questione dell’imballaggio. Non si sa con precisione quanto tempo il SARS-CoV2 possa sopravvivere sulle superfici. Sembra che la durata di sopravvivenza possa variare tra qualche ora a diversi giorni, in funzione delle condizioni specifiche legate al tipo di superficie, di temperatura e di umidità dell’ambiente. La probabilità di contaminazione è debole per un imballaggio che è stato spostato, ha circolato ed è stato esposto a diverse temperature. Per prevenire il rischio di contaminazione da contatto con una superficie che si pensa potrebbe essere stata infettata, è sufficiente lavare le mani con acqua e sapone o usare un disinfettante a base alcolica.
- L’ Autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Authority – EFSA) indica che “Le esperienze fatte con precedenti focolai epidemici riconducibili ai coronavirus, come il coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV) e il coronavirus della sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV), evidenziano che non si è verificata trasmissione tramite il consumo di cibi“(https://www.efsa.europa.eu/it/news/coronavirus-no-evidence-food-source-or-transmission-route).
- Il Bundesinstitut für Risikobewertung (BfR), l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi, ha precisato che la conoscenza dei modi di trasmissione di questo nuovo virus è ancora limitata. Per contro, i modi di trasmissione di altri coronavirus (SARS e MERS), che sono strettamente affini al Covid-19, sono ben noti. La principale fonte di infezione di questi virus che si attaccano al sistema respiratorio è per via aerea, per inalazione di droplet di origine umana o animale. Diversi agenti patogeni che si attaccano al sistema respiratorio possono essere trasmessi a seguito di infezioni da contatto. In questo caso, questi agenti presenti sulle mani vengono a contatto con le mucose del naso o degli occhi e possono produrre delle infezioni. Il BfR indica che, in base alle conoscenze di cui si dispone attualmente, non esistono modalità di trasmissione attraverso gli alimenti. La trasmissione per contatto con le superfici sulle quali il virus sarebbe presente è possibile ma non può prodursi che per poco tempo a causa della scarsa stabilità del virus nell’ambiente. Pertanto, è assai poco probabile che le merci importate siano fonte di contaminazione. Come misura precauzionale devono essere rispettate le regole ordinarie di igiene (lavarsi le mani) e le regole di igiene per la preparazione degli alimenti (https://www.bfr.bund.de/cm/349/can-the-new-type-of-coronavirus-be-transmitted-via-food-and-toys.pdf.
In conclusione, non esistono rischi rilevanti rispetto alla possibilità di trasmissione del COVID-19 attraverso il vino, mentre la possibilità di contaminazione attraverso gli imballaggi è estremamente bassa e può essere prevenuta lavando oppure disinfettando le mani. Non sono necessarie misure di quarantena.
Resta il fatto che oltre all’approccio scientifico, è essenziale, di fronte alle difficoltà che devono affrontare le aziende del settore, che siano diffuse delle dichiarazioni pubbliche sulla sicurezza dei prodotti vitivinicoli italiani da parte delle autorità nazionali, europee e internazionali. A tale proposito, una lettera firmata dalle organizzazioni di filiera è stata inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri, alla Ministra delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e al Ministro della Salute.
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