Da ottobre 2019, il governo degli Stati Uniti impone una tariffa del 25% sui vini francesi, tedeschi, spagnoli e britannici nell’ambito della controversia sugli aerei Airbus-Boeing.
Questa tariffa è stata confermata dalla revisione unilaterale degli Stati Uniti (il cosiddetto carosello) a febbraio e agosto 2020.
I primi di ottobre, l’Organizzazione Mondiale del Commercio ha comunicato all’Unione Europea e Stati Uniti l’esito dell’arbitrato sui sussidi Boeing.
La cifra non è ancora pubblica, ma dovrebbe attestarsi intorno ai 4 miliardi di dollari (contro i 7,5 miliardi di dollari concessi agli Stati Uniti nell’ambito del caso Airbus).
Dai primi confronti tra Unione Europea e Stati membri è emerso:
- la volontà dell’UE di applicare le tariffe dell’affaire Boeing per costringere gli Stati Uniti a tornare al tavolo delle trattative;
- Alcuni prodotti agroalimentari statunitensi saranno sulla lista delle ritorsioni dell’UE.
In un contesto così incerto come quello attuale, con un’amministrazione USA estremamente imprevedibile, il settore vitivinicolo teme che una decisione dell’UE prima delle elezioni americane possa innescare una nuova escalation di tensioni che andrebbe evitata.
Intanto, lo scorso 8 ottobre, il comité vins (CEEV), il wine institute of California, insieme ad altre 16 associazioni degli Stati Uniti e dell’UE che rappresentano rivenditori, ristoranti e produttori di vino alcolici, vino e birra, grossisti e importatori hanno lanciato un appello sollecitando l’Unione europea (UE) e gli Stati Uniti a trovare un accordo che porti a un’eliminazione delle tariffe sul vino.
Secondo il settore, in riconoscimento del grave danno che sta influenzando il settore in questo periodo, gli Stati Uniti e l’UE dovrebbero immediatamente accettare di astenersi dall’imporre nuove tariffe e sospendere tutte le tariffe aggiuntive durante le negoziazioni in corso.
Da parte del governo italiano c’è il massimo impegno a perseguire il dialogo con gli USA per giungere ad una soluzione condivisa.
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