La Federazione Russa, con la sua popolazione di oltre 146 milioni di abitanti e una classe media in continuo aumento ha rappresentato – per un lungo periodo e fino agli eventi del 2014 – un mercato potenziale in crescita. Il mercato russo dei prodotti enoagroalimentari infatti, negli anni successivi alla crisi del 2008 aveva manifestato segni di particolare dinamismo, connotato da una crescita oscillante tra il 15 e il 20 per cento su base annua ed un incremento delle importazioni ad un ritmo del 25% annuo, rallentatosi solo il occasione della crisi del 2014.
Dopo un rallentamento registrato nel 2014 dovuto ad una fase di importante contrazione dei consumi legata alla crisi economica e alla forte svalutazione del rublo, a partire dal 2015 si è già potuta registrare una sensibile inversione di tendenza. Dopo un 2016 già in chiara ripresa, il 2017 ha fatto segnare dati a doppia cifra che confermano l’importante inversione di tendenza per il settore e nello specifico per l’Italia. I risultati dei due anni successivi hanno confermato il trend positivo soprattutto nei settori di punta: vino, caffe’ torrefato, pasta, olio di oliva e prodotti da forno.
Il valore del mercato alimentare russo, secondo i dati ufficiali Rosstat, nel 2018 era pari a 203 miliardi di euro, nel 2019 tale indicatore si e’ attestato intorno ai 200 miliardi di euro.
Secondo i dati delle dogane russe nei primi due mesi del 2020 l’Italia si e’ posizionata all’8° posto nella classifica dei principali fornitori della Russia con 127 milioni di euro di fatturato export agroalmentare e un aumento del 10,63% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Prodotti: Agroalimentare e Bevande
Partner | Gennaio – Febbraio (Valore: EUR) | Quota di mercato(%) | %Δ 2020/19 | ||||
2018 | 2019 | 2020 | 2018 | 2019 | 2020 | ||
_Mondo | 3 697 122 760 | 4 002 972 654 | 4 275 378 438 | 100 | 99,99 | 100 | 6,81 |
Bielorussia | 492 824 529 | 586 085 421 | 571 946 859 | 13,33 | 14,64 | 13,38 | -2,41 |
Cina | 253 246 436 | 241 697 645 | 249 832 314 | 6,85 | 6,04 | 5,84 | 3,37 |
Turchia | 172 495 673 | 216 639 373 | 246 499 557 | 4,67 | 5,41 | 5,77 | 13,78 |
Ecuador | 173 533 082 | 183 329 289 | 196 690 953 | 4,69 | 4,58 | 4,60 | 7,29 |
Germania | 158 926 982 | 172 106 393 | 173 428 051 | 4,30 | 4,30 | 4,06 | 0,77 |
Brasile | 186 971 580 | 175 837 240 | 163 857 523 | 5,06 | 4,39 | 3,83 | -6,81 |
Non identificato | 9 205 | 81 770 | 147 869 825 | 0 | 0 | 3,46 | 180737,09 |
Francia | 126 514 482 | 119 334 406 | 140 808 872 | 3,42 | 2,98 | 3,29 | 18 |
Italia | 111 459 278 | 115 454 865 | 127 732 358 | 3,02 | 2,88 | 2,99 | 10,63 |
Indonesia | 119 798 287 | 119 414 534 | 126 475 867 | 3,24 | 2,98 | 2,96 | 5,91 |
India | 91 115 452 | 93 989 666 | 104 947 097 | 2,46 | 2,35 | 2,46 | 11,66 |
Cile | 89 151 986 | 93 476 301 | 103 674 724 | 2,41 | 2,34 | 2,43 | 10,91 |
Paraguay | 95 586 997 | 74 000 274 | 96 763 675 | 2,59 | 1,85 | 2,26 | 30,76 |
Argentina | 52 983 321 | 85 968 058 | 86 646 772 | 1,43 | 2,15 | 2,03 | 0,79 |
Fonte: Servizio federale della Dogana russo, maggio 2020
Il mercato del vino nella Federazione Russa.
Considerate le abitudini di consumo dei cittadini russi, nell’ambito del mercato locale dei prodotti alimentari, il settore degli alcolici occupa una posizione di rilievo: il relativo consumo, infatti, rappresenta una delle fonti più significative delle entrate erariali del Paese, dal momento che la vendita di alcolici – sia di produzione locale che di importazione – e’ soggetta ad accise.
Circa il 50% delle preferenze dei consumatori e’ rivolto al vino rosso; la quota degli spumanti raggiunge il 25% del mercato, mentre i vini bianchi coprono circa il 20% del consumo complessivo. Per quanto concerne le fasce di prezzo, più della metà del mercato russo è occupato da vini di prezzo medio, mentre i vini della categoria ‘economica” rappresentano poco meno del 40%. I vini premium, infine, seppure in crescita, rappresentano una quota minore del mercato della Federazione. Tuttavia, in questa fase, si rileva un significativo potenziale di crescita per i vini caratterizzati da buon rapporto qualita’/prezzo.
I consumi di vino in Russia sono caratterizzati, inoltre, da pronunciati accenti di stagionalità, ragione per cui il volume massimo di vendite avviene a dicembre per via dell’approssimarsi delle festività di fine anno. Le ultime stime segnalano per il 2019 un consumo medio di 12,9 litri di vino procapite, stabile rispetto all’anno precedente.
Circa l’85% del vino venduto nella Federazione viene prodotto localmente, mentre “solo” il 15% viene importato.
Solo dal 2013 grazie ad un Decreto Governativo la produzione del vino è stata considerata parte della produzione agricola e quindi soggetta alle agevolazioni proposte per l’agricoltura. Fino al 2013 il settore infatti dipendeva esclusivamente dall’ente statale RAR (RosAlkogol’Regulirovanija) preposto a regolarizzare la produzione e consumo di alcolici e il vino era considerato non come un prodotto di coltivazione quanto un alcolico alla stregua di vodka e liquori. Solo nel gennaio 2016 è stata permessa la pubblicità del vino nei mezzi di comunicazione di massa (giornali, televisione, radio), mentre vi è chi ancora obbietta all’idea della ”cultura del vino”, demonizzando il consumo del vino insieme a quello di tutte le bevande ad alta gradazione alcolica.
Ma proprio in questi ultimi anni la Russia sta facendo grandi passi nel campo della viticoltura e il Ministero della agricoltura a luglio 2016 ha elaborato la “Concezione di sviluppo della viticoltura e vinicultura per il periodo 2016-2020 e un piano per il periodo fino al 2025”, dove negli anni dal 2017 al 2025 si prevede un aumento delle aree coltivati a vigne da uva e un consolidamento dei vini russi di qualità nelle fasce di prezzo medie e alte anche sul mercato estero. Anche se nel piano statale non sono previste campagne promozionali per aumentare il consumo del vino, che altrimenti sembra destinato a diminuire, il Ministero del Commercio nell’autunno 2018 ha deciso di lanciare una intensa campagna pubblicitaria per incrementare la cultura del vino e fare apprezzare i vini russi di qualità al consumatore.
In base dei dati delle dogane russe nel 2019 l’Italia è stato il primo Paese fornitore, con 302 milioni di euro di fatturato export (+14,1% rispetto al 2018) con una quota che arriva quasi al 30% del mercato. Secondo Paese è la Giorgia, con 175 milioni di euro (+24,3%), terza è la Francia con 171 milioni di euro (+5,24%).
Nei primi 2 mesi del 2020 l’Italia è sempre leader tra i Paesi fornitori della Federazione Russa, con 32 milioni di euro di fatturato export e una quota di mercato pari al 27% (con punte del 56% per il comparto degli spumanti), la Giorgia scende in quarta posizione con 16,5 milioni di euro e il 14% del mercato, a vantaggio della Francia che si colloca al secondo posto con 22 milioni e una quota del 16,6%. La Spagna diventa terza con 18,6 milioni di euro e la quota di mercato pari a 15,7%.
Partner | Gennaio – Febbraio (Valore: EUR) | Quota di mercato(%) | %Δ 2020/19 | ||||
2018 | 2019 | 2020 | 2018 | 2019 | 2020 | ||
_Mondo | 108 461 621 | 123 252 107 | 118 112 794 | 100 | 100 | 100 | -4,17 |
Italia | 30 096 606 | 32994701 | 32 405 049 | 27,75 | 26,77 | 27,44 | -1,79 |
Francia | 19 423 934 | 20 463 688 | 22 279 060 | 17,91 | 16,60 | 18,86 | 8,87 |
Spagna | 18 749 474 | 22 303 956 | 18 639 747 | 17,29 | 18,10 | 15,78 | -16,43 |
Georgia | 15 899 383 | 22 390 413 | 16 595 820 | 14,66 | 18,17 | 14,05 | -25,88 |
Cile | 4 162 631 | 5 419 508 | 5 367 675 | 3,84 | 4,40 | 4,55 | -0,96 |
Nuova Zelanda | 922 924 | 1 793 823 | 3 533 475 | 0,85 | 1,46 | 2,99 | 96,98 |
Portogallo | 2 114 482 | 3 406 544 | 3 169 482 | 1,95 | 2,76 | 2,68 | -6,96 |
Moldavia | 1 422 628 | 870 027 | 2 199 757 | 1,31 | 0,71 | 1,86 | 152,84 |
Argentina | 1 101 977 | 1 323 279 | 2 117 466 | 1,02 | 1,07 | 1,79 | 60,02 |
Sudafrica | 1 772 131 | 2 131 062 | 1 822 173 | 1,63 | 1,73 | 1,54 | -14,49 |
Germania | 1 505 108 | 2 269 525 | 1 777 396 | 1,39 | 1,84 | 1,51 | -21,68 |
Serbia | 629 683 | 745 604 | 1 520 466 | 0,58 | 0,61 | 1,29 | 103,92 |
Australia | 1 100 715 | 1 310 489 | 1 520 267 | 1,02 | 1,06 | 1,29 | 16,01 |
Stati Uniti | 816 199 | 741 850 | 1 400 435 | 0,75 | 0,60 | 1,19 | 88,78 |
Austria | 392 054 | 789 750 | 833 827 | 0,36 | 0,64 | 0,71 | 5,58 |
Fonte: Servizio federale della Dogana russo, maggio 2020
Effetti della pandemia Covid19 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole DOP IGP in Italia
L’Ufficio ICE Agenzia di Mosca ha inteso realizzare una indagine per valutare l’impatto della pandemia covid-19 sulle relazioni commerciali tra Italia e Russia mediante la somministrazione di un questionario a risposta multipla a primari importatori e distributori russi di tutti i comparti merceologici, con consolidati rapporti con fornitori italiani.
Nel questionario sono state inseriti undici quesiti: i primi tre strutturati per valutare le caratteristiche dimensionali delle controparti locali chiamate a rispondere (numero dei dipendenti, classe di fatturato, percentuale dell’export italiano sul fatturato complessivo), i successivi otto per qualificare e quantificare l’impatto Covid sull’export italiano verso la Federazione Russa.
Dall’analisi dei 179 questionari compilati e’ emerso che le aziende locali che hanno partecipato al sondaggio sono in gran parte PMI con un numero di dipendenti compreso fra 1 e 20 unita’ (76%). Dal punto di vista del fatturato complessivo, quasi la meta’ delle risposte (47%) e’ stata inviata da aziende con un giro d’affari annuo compreso nell’intervallo tra 5 e 50 mln di rubli (62.500 e 625.000 euro). Infine, dal punto di vista dell’esposizione verso l’Italia in termini di fatturato import, la classe che ha risposto con maggiore frequenza e’ rappresentata dagli importatori che acquistano in Italia per un valore compreso fra l’1 e il 25% del totale (27%).
Per quanto concerne la valutazione dell’impatto Covid sulle relazioni commerciali tra Italia e Russia, l’analisi dei questionari ha evidenziato che il flusso di merci in arrivo dall’Italia, in questa particolare contingenza, e’ stato ostacolato da:
– problemi di natura doganale, per il 35% degli intervistati;
– dal rincaro dei prezzi per il 48%;
– difficolta’ legate al funzionamento della catena dei fornitori (28%);
– difficolta’ con le spedizioni (31%);
– misure restrittive legate al contenimento della pandemia (49%).
In termini di continuita’ delle operazioni, il 40% degli operatori russi intervistati ha dichiarato che durante la fase di diffusione della pandemia e di lockdown ha mantenuto una operativita’ compresa fra l’1 e il 25% delle proprie potenzialita’, mentre ben il 17% degli intervistati ha dichiarato di aver sospeso completamente l’attivita’.
Interrogati sulle prospettive di una progressiva uscita dalla situazione contingente, la stragrande maggioranza degli operatori russi (79%) immagina che il graduale ritorno alla normalita’ potra’ avvenire solo a partire dal prossimo mese di luglio.
Dal punto di vista dell’organizzazione aziendale, per l’89% degli intervistati, a risentire della diffusione della pandemia e’ stato soprattutto il settore delle vendite, che per il 69% degli operatori locali comportera’, giocoforza, una contrazione degli acquisti dai fornitori italiani.
Per quanto concerne la possibilita’ di sostituire i tradizionali canali di vendita offline con quelli online, poco piu’ di un quarto degli intervistati (26%) ritiene che l’ecommerce possa affermarsi, in un prossimo futuro, quale principale modalita’ di vendita, mentre quasi la meta’ degli operatori locali (49%) dichiara di essere incline ad affiancare il canale ecommerce a quello tradizionale.
Infine, la quasi totalita’ degli intervistati (99%) indica la riduzione del carico fiscale quale principale strumento di politica economica atto a mitigare, almeno in parte, gli effetti della pandemia sulle possibilita’ di una rapida ripresa per le imprese che in questa situazione si stanno trovando in gravi difficolta’.
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