Il Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV) ha predisposto un documento che analizza l’impatto della crisi sanitaria del Covid-19 sul settore vitivinicolo europeo.
- Impatto sulla produzione. La produzione di vino è stata inclusa dai governi degli Stati Membri dell’UE nell’elenco delle attività essenziali. Quindi le aziende non hanno interrotto la produzione. Tuttavia, molti siti di produzione sono operativi con un personale ridotto al minimo. Questa situazione è dovuta a diversi fattori: da una lato una parte dei lavoratori è stata contaminata e mancano i dispositivi di protezione, dall’altro il crollo delle vendite ha condotto a ridurre i costi. Infatti, alcune aziende che lavorano principalmente grazie agli ordini di hotel, bar e ristoranti, hanno dovuto chiudere.
- Impatto sull’approvvigionamento. I ritardi constatati sono dovuti a problemi logistici. I produttori di bottiglie di vetro hanno dimezzato la loro attività. Pertanto si è ridotta del 50% la disponibilità di bottiglie. Lo stesso vale per i container.
- Impatto sulla logistica. Mancano i camionisti per diversi motivi: malattia, paura del contagio, quarantena imposta in alcuni paesi. I container spediti in Asia non sono stati rispediti e non sono disponibili. I porti sono sovraccarichi. Le piattaforme di distribuzione danno la precedenza ad altri prodotti. Da tutto ciò ne consegue un aumento in alcuni casi dal 30% al 70% del costo dei trasporti internazionali.
- Impatto sulle vendite. Il 50% del vino consumato nell’ambito UE è vino locale ovvero prodotto nello stesso Stato Membro in cui è consumato e solo il 13% del vino consumato ha un’origine exta UE. La chiusura di tutti i luoghi aperti al pubblico ha avuto come conseguenza che la produzione non può più essere venduta grazie al commercio “on trade” (HoReCa – hotel, ristoranti e bar/caffé) che rappresenta in media il 30% del consumo nell’ambito dell’UE, con variazioni importanti da un paese all’altro. Per quanto riguarda il commercio “off trade”, i supermercati, pur funzionando normalmente, danno la priorità a prodotti di base e a prodotti per l’igiene, riducendo il posto dedicato ai vini. Le vendite on line aumentano in volume (dal 60% al 100% per le piattaforme più popolari) non riuscendo a compensare le perdite registrate sull’on trade.
- Impatto sulle esportazioni di vino. Più del 60% degli operatori non sono riusciti a mantenere il livello delle esportazioni da quando è scoppiata la crisi in Cina in gennaio 2020. Le misure di quarantena hanno determinato un crollo del commercio. Molti prodotti sono immagazzinati in Asia e occorrerà del tempo prima che le condizioni di mercato tornino a livelli normali.
- Impatto sulle finanze delle aziende. Il cash flow è una delle principali preoccupazioni delle aziende del settore, direttamente legato alla durata della crisi. Oltre al crollo delle vendite, molti clienti chiedono di poter effettuare pagamenti dilazionati e il rischio di mancato pagamento è molto importante a causa del fallimento di diversi partner lungo tutta la catena di commercializzazione.
- Impatto a medio termine. Vendemmie 2020 e stagione turistica. La crisi sanitaria avrà un impatto destinato a durare sull’economia dell’UE e sull’economia globale. Il potere d’acquisto dei consumatori sarà ridotto con la conseguenza di una diminuzione globale della domanda di vino e una domanda orientata verso i vini meno cari. Inoltre, la diminuzione del turismo almeno fino all’estate prossima, avrà un’influenza negativa sulla richiesta di vino nell’UE soprattutto nei paesi del sud in cui il consumo è molto legato alla stagione turistica. Considerando la diminuzione della domanda e l’esistenza di scorte di vino all’interno dell’UE, la sovrapproduzione rispetto alle capacità di assorbimento del mercato, esiste un rischio di deprezzamento del vino.
Per far fronte a questa situazione generale, il CEEV chiede l’attuazione di una serie di misure:
- Misure immediate relative ai Programmi Nazionali di Sostegno
- Rinviare di un anno tutte le scadenze per i Programmi Nazionali di Sostegno; ritardare le scadenze per l’esecuzione delle azioni approvate.
- Sospendere l’applicazione dell’articolo 53 del Regolamento 1149/2019 per la promozione nei paesi terzi e l’investimento per evitare di penalizzare ulteriormente le aziende poiché non è facile realizzare le operazioni che avevano pianificato.
- Considerare il Covid-19 come un caso di forza maggiore di portata planetaria. Di conseguenza sterilizzare le penalizzazioni e permettere i pagamenti anche se il numero minimo di azioni non è stato realizzato e se gli investimenti non sono stati effettuati.
- Eliminare i ritardi di pagamento alle aziende da parte delle amministrazioni locali.
- Congelare le risorse non utilizzate nei Piani Nazionali di Sostegno 2019/2020 in modo che siano disponibili per gli Stati Membri fino al 2022/2023, il che implica di modificare la normative dell’UE.
- Misure relative alle autorizzazioni all’impianto
- Aumentare la flessibilità dello schema d’autorizzazione per i nuovi impianti. Il CEEV chiede che la scadenza di tre anni per utilizzare le autorizzazioni di nuovi impianti sia rimandata di un anno per quanto riguarda le autorizzazioni date nel 2017, 2018, 2019 e 2020 e che la scadenza per reimpiantare nel 2020 sia rimandata di un anno.
- Non imporre penalizzazioni ai produttori che, nonostante le modifiche summenzionate, non riuscissero a utilizzare in tempo le autorizzazioni accordate nel 2017, 2018, 2019 e 2020.
- Misure destinate a migliorare la competitività del settore vitivinicolo.
- Facilitare la vendita a distanza dei prodotti vitivinicoli sviluppando un sistema di “Mini Sportello Unico” (“MOSS”).
- Rendere più flessibile il Regolamento 1144/2014 per autorizzare i programmi semplici nell’ambito dell’UE affinché comprendano esclusivamente i vini. Data l’importanza dei mercati nazionali nel settore del vino, valutare l’autorizzazione eccezionale di attuare azioni di promozione previste nel Regolamento 1308/2013 nel mercato interno.
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