Il Joint Research Center – il servizio scientifico interno della Commissione Europea – ha recentemente pubblicato 4 analisi sul futuro dell’etichettatura dei prodotti agroalimentari.
Nello specifico, gli studi del JRC affrontano, l’etichettatura delle indicazioni nutrizionali sulla parte anteriore della confezione – Front-of-pack nutrition labelling, o FOPNL –, l’etichettatura delle bevande alcoliche, la digitalizzazione delle informazioni al consumatore e l’indicazione dell’origine della materia prima.
Come noto, la normativa europea sull’etichettatura – Reg. UE 1169/2011, o FIC – è in fase di revisione da parte della Commissione, inclusa l’esenzione esenzioni momentaneamente garantita alle bevande alcoliche su indicazione ingredienti e indicazioni nutrizionali.
La Commissione Europea ha commissionato questi studi, anche in attuazione del piano c.d. BECA, il piano di lotta al cancro.
Dall’8 dicembre 2023 entrerà in vigore la nuova PAC e con essa, l’obbligo di indicazione della lista degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale per i prodotti vitivinicoli.[1]
Partendo da questo presupposto, i dati riportati dall’Agenzia si riferiscono a una situazione normativa in evoluzione, considerando che il periodo preso in considerazione è 2018-2021.
Etichettatura bevande alcoliche
Lo studio prende in considerazione tutte le bevande alcoliche: a) Birre; b) Liquori; c) Vino; d) Bevande alcoliche aromatizzate o Pronte da Bere (Ready to drink, di seguito RTD); e) Sidri e Poiré.
La ricerca, condotta nei 27 Stati Membri, ha evidenziato che i dati variano a seconda della area geografica e delle preferenze dei consumatori. Ad esempio, i consumatori di birra possono trovare la lista degli ingredienti in circa l’88% dei prodotti venduti sul territorio europeo. Mentre i consumatori di vino solamente nel 2,5% dei prodotti.
Situazione analoga per la dichiarazione nutrizionale, 8% per la birra e 0,1%-0,2% per il vino.
I prodotti – delle sopracitate categorie – disponibili sul mercato dal gennaio 2018 fino all’ottobre 2021 sono in totale 15.943 prodotti di cui, 5.464 birre, 448 sidri, 920 RTD, 5.322 liquori e 3.789 prodotti vitivinicoli. L’analisi, però, è stata condotta su 8.838 prodotti di cui, 1.968 birre, 2.741 liquori, 3.210 prodotti vitivinicoli, 455 RTD e 353 sidri.
L’utilizzo nel settore vitivinicolo della dichiarazione nutrizionale è crescente, mentre decrescente per la lista degli ingredienti.
Un altro aspetto preso in considerazione ed analizzato da JRC è la presenza del QR Code sull’etichetta. Sotto questo profilo, gli operatori del settore vitivinicolo sono tra i più propensi ad appore un QR Code sul retro-bottiglia. Infatti, il vino è leader in tutte le categorie quando si tratta di digitalizzazione, considerando che il 12,8% dei prodotti vitivinicoli presentano un QR Code che rimanda alle informazioni del prodotto.
Le conclusioni riportate dall’Agenzia evidenziano un notevole squilibrio tra i vari prodotti alcolici e auspicano un’armonizzazione delle regole in tutto il settore. Infatti, la Commissione punta a regolamentare la questione entro la fine del 2022.
[1] Ex art. 1, par. 32 Regolamento (UE) n. 2021/2117
Front-of-Pack Nutrition Labelling
Vi sono varie tipologie di sistemi di c.d. “etichettatura frontale” delle indicazioni nutrizionali, come ad esempio il Nutri-Score oppure il Nutri-battery (considerate entrambi facilmente comprensibili).
Dallo studio è emerso che il contenuto descritto sulla parte anteriore del prodotto aiuta il consumatore a fare una scelta più consapevole, volta a diete più sane.
Inoltre, si evidenzia che le etichette facilmente comprensibili – anche se forniscono meno informazioni – sono più apprezzate, dal momento che i consumatori impiegano molto meno tempo a consultare le nozioni fornite dall’etichetta. Infine, emerge che le aziende, considerata l’etichettatura frontale, sono incentivate a migliorare la qualità nutrizionale dei prodotti.
Il report JRC è stato citato anche dalla Commissaria per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, nell’incontro avvenuto con il consiglio “agricoltura e pesca” lo scorso lunedì. La commissaria ha affermato la necessità di una riforma del Regolamento sull’informazione degli alimenti (Reg. 1169/2011), così da poter influenzare le scelte dei consumatori, comportando, inoltre, un’educazione del consumatore a scegliere prodotti più salutari. La responsabile della SANTE ha concluso riportando alcuni dati sulle etichette e le abitudini dei consumatori in merito alla consultazione, evidenziando l’inefficacia – emersa dal sondaggio in questione – degli strumenti digitali, a favore dell’etichettatura apposta fisicamente sul prodotto.
Informazioni sui prodotti – Digitalizzazione
Il sondaggio evidenzia che un’indicazione presente sul prodotto – intesa come etichettatura in generale – permette al consumatore di avere diretto accesso alle informazioni. Dallo studio, infatti, emerge che la digitalizzazione non permette di apprendere le caratteristiche del prodotto in maniera immediata.
Come si è già accennato in precedenza, le statistiche e i dati sull’efficacia o meno della digitalizzazione sono ancora pochi per riuscire ad avere un quadro ottimale della situazione. Nel settore vitivinicolo, infatti, non viene preso in considerazione l’innovazione che U-Label comporterà sull’informativa digitale.
Per questo motivo, la situazione descritta da JRC, anche se delinea una forte critica al sistema digitale è destinata a cambiare con l’evoluzione normativa del settore.
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