Dopo l’entrata in vigore dell’isolamento, i negozi di vini e bevande spiritose possono restare aperti anche se molti di loro hanno preferito non farlo. Infatti, l’alcol è considerato essenziale alla vita della nazione. Se le vendite della maggioranza dei prodotti nei supermercati sono aumentate tra il 12 e il 40%, la tendenza per l’alcol è stata diversa. Le vendite di bevande spiritose e di Champagne è diminuita del 3%. Questo dato era di -1,8% per il vino, prima di stabilizzarsi a -0,2%. La perdita del circuito di consumo in HoReCa non ha portato un aumento dal lato della grande distribuzione. Secondo Jean-Marie Barillère, Presidente del Comité national des interprofessions des vins (CNIV), ci si deve aspettare un calo del 40-50% delle vendite per il vino. Per quanto riguarda lo Champagne, che è “un alcol festivo e sociale”, il crollo delle vendite sarà anche maggiore. I produttori che forniscono la grande distribuzione saranno probabilmente quelli che resisteranno meglio alla crisi. Per gli altri, il calo sarà significativo. Non sono tutti pronti a far fronte alle consegne con la vendita a distanza. Questa nuova difficoltà si aggiunge ai dazi Trump, alla diminuzione delle importazioni da parte dei paesi asiatici e alla Brexit. Come gli altri produttori francesi, i vignaioli potranno beneficiare dei fondi di solidarietà, delle proroghe di pagamento di alcuni oneri e del piano di sostegno alle aziende esportatrici.
Fonte: Le Figaro
Devi essere connesso per inviare un commento.