La Federazione russa resta un mercato strategico per le aziende vitivinicole italiane, con circa 130 milioni di euro di esportazioni nel 2019 (+ 21% vs 2018).
Unione Italiana Vini ha recentemente indirizzato una lettera al Ministro degli Esteri Di Maio per reiterare la propria preoccupazione in merito ai recenti sviluppi della normativa vitivinicola della Federazione e l’impatto sull’accesso al mercato per le imprese italiane, gia a partire dal mese di giugno pv.
Alla fine del 2019, la Duma ha adottato la nuova legge quadro sulla viticoltura e l’enologia (Federal Law N 468-ФЗ “On Viticulture and Winemaking in the Russian Federation) destinata a entrare in vigore il 26 giugno 2020.
Come già rappresentato agli uffici del Ministero degli Affari Esteri e alla Commissione Europea, il testo contiene diverse disposizioni che introdurrebbero gravi ostacoli all’esportazione e alla circolazione del vino e prodotti a base di vino nel territorio della Federazione russa.
Oltre all’entrata in vigore imminente, all’assenza di un periodo transitorio e alla successiva modifica legislativa in un breve periodo di tempo, sono numerose le criticità che renderebbero estremamente complessa la commercializzazione dei prodotti vitivinicoli in Russia, come ad es.:
- Disallineamento con gli standard internazionali dell’OIV in materia di vinificazione ed etichetta-tura.
- Divergenza con la normativa OIV/UE sull’indicazione dello zucchero per i vini spumanti.
- Introduzione di procedure di controllo e ispezione, anche in loco, delle aziende vitivinicole che esportano in Russia.
- Dequalificazione dei prodotti a base di vino (vini aromatizzati).
- Nuove regole in materia di etichettatura in materia di indicazione di varietà e origine.
- Limitazioni all’importazione di vini sfusi.
Il settore vitivinicolo italiano, europeo e internazionale chiede all’unanimità una posticipazione dell’entrata in vigore della norma, al fine di approfondire con le autorità russe le conseguenze delle disposizioni controverse e individuare una soluzione che consenta alle imprese di poter operare in un contesto giuridico chiaro.
Le medesime istanze sono difese dalla Regulatory Guillotine, una piattaforma russa che riunisce le istituzioni, i funzionari, le imprese private o i loro rappresentanti (comprese le associazioni), con l’obiettivo di valutare la necessita di una determinata iniziativa normativa e per affrontare gli oneri superflui per le imprese o le incoerenze tra gli atti legislativi.
Questa piattaforma ha inviato una lettera al Vice Primo ministro Gregorienko per chiedere il rinvio della legge quadro sulla produzione vitivinicola all’inizio del 2022 per le seguenti ragioni:
- La legge e in notevole conflitto con altre norme nazionali e con i regolamenti tecnici internazionali dell’Unione economica eurasiatica “sulla sicurezza delle bevande alcoliche” che entreranno in vigore il 9 gennaio 2021. Una duplice riforma del sistema di regolamentazione in sei mesi rischia di essere catastrofica per l’industria.
- Le disposizioni e le scadenze sono impossibili da rispettare.
- Mancanza di periodo di transizione.
- Mancanza di allineamento alle esigenze dell’industria vinicola russa.
Alla luce dello scenario descritto e vista l’imminente entrata in vigore dei nuovi regolamenti, UIV ha chiesto al governo qualsiasi iniziativa nei confronti delle autorità russe al fine di condividere le profonde inquietudini del settore vitivinicolo italiano e chiedere una posticipazione dell’entrata in vigore del Federal Law N 468-ФЗ “On Viticulture and Winemaking in the Russian Federation, un provvedimento che metterebbe in difficolta l’intera supply chain del vino, compresi i numerosi importatori e operatori russi.
Devi essere connesso per inviare un commento.