Lo scorso 29 aprile, la Commissione Europea ha pubblicato uno studio sullo stato delle nuove tecniche genomiche (c.d. new breeding tecniques) per dimostrare che questi nuovi OGM possono contribuire alla produzione alimentare sostenibile.
Per questo studio si definiscono NGT le tecniche in grado di modificare il materiale genetico di un organismo emerse o sviluppate a partire dal 2001, anno in cui è stata adottata la vigente normativa sugli OGM. Lo studio si è concentrato sul loro uso in piante, animali e microrganismi per applicazioni agroalimentari, industriali e farmaceutiche.
Principali elementi dello studio
- Le nuove tecniche genomiche e i loro prodotti si sono sviluppati rapidamente negli ultimi due decenni in molte parti del mondo, con alcune applicazioni già sul mercato di alcuni partner commerciali dell’UE. Sono previste più applicazioni in vari settori negli anni a venire, la grande maggioranza viene sviluppata al di fuori dell’UE
- Nell’attuale quadro giuridico dell’UE, esistono sfide di attuazione e applicazione, in particolare legate all’individuazione e alla differenziazione delle nuove tecniche genomiche che non contengono materiale genetico estraneo. Questo è un problema per le autorità di contrasto, gli operatori e i richiedenti
- C’è un notevole interesse per la ricerca relativa alle nuove tecniche genomiche nell’UE. Per molti paesi dell’UE e parti interessate, l’attuale quadro normativo ha un impatto negativo sulla ricerca e l’innovazione pubbliche e private
- Ci sono indicazioni sia sui vantaggi che sui problemi associati alle nuove tecniche genomiche e alle loro applicazioni attuali e future. I prodotti NTG hanno il potenziale per contribuire a sistemi agroalimentari sostenibili in linea con gli obiettivi del Green Deal dell’UE e della strategia Farm to Fork. Le principali preoccupazioni sono legate alla loro possibile sicurezza e impatto ambientale anche sulla biodiversità, la coesistenza con l’agricoltura libera biologica e geneticamente modificata, nonché l’etichettatura e l’informazione dei consumatori. Gli stakeholder hanno punti di vista diversi e spesso opposti su questi aspetti
- Come concluso dall’EFSA, i prodotti vegetali con profili di rischio simili possono essere ottenuti con tecniche di allevamento convenzionali, mutagenesi mirata e cisgenesi.
Principali conclusioni
- Lo studio ha individuato limiti alla capacità della legislazione di stare al passo con gli sviluppi scientifici; questi causano problemi di attuazione e incertezze legali
- Vi sono forti indicazioni che la legislazione applicabile non sia adatta allo scopo delle nuove tecniche genomiche e per i loro prodotti e che debba essere adattata al progresso scientifico e tecnologico.
- Il follow–up dello studio dovrebbe confermare se è necessario un adattamento e, in tal caso, quale forma dovrebbe assumere e quali strumenti politici dovrebbero essere utilizzati affinché la legislazione sia resiliente, a prova di futuro e applicata in modo uniforme
- Lo studio ha confermato che i prodotti NTG hanno il potenziale per contribuire a sistemi agroalimentari sostenibili in linea con il Green Deal dell’UE e la strategia Farm to Fork. Qualsiasi ulteriore azione politica dovrebbe mirare a consentire a questi prodotti di contribuire alla sostenibilità, affrontando al contempo le preoccupazioni. Allo stesso tempo, le applicazioni NTG nel settore agricolo non dovrebbero minare altri aspetti della produzione alimentare sostenibile (ad esempio per quanto riguarda l’agricoltura biologica)
- La futura azione politica dovrebbe anche affrontare le lacune e le limitazioni di conoscenza identificate in questo studio. È importante sottolineare che dovrebbero essere compiuti maggiori sforzi per informare e coinvolgere il pubblico sulle NTG e valutare le loro opinioni
Discussioni di studio e risultati del consiglio agricolo
Durante il Consiglio AGRIFISH del 26 maggio, i ministri dell’agricoltura dell’UE hanno generalmente accolto con favore le conclusioni dello studio della Commissione europea e hanno sostenuto una proposta equilibrata (Spagna, Germania, Paesi Bassi, Danimarca) che consentirà a queste tecnologie di affrontare le sfide poste dal Green Deal europeo.
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