Dopo una battaglia legale durata quattro anni, l’8 Novembre scorso, Singapore ha ufficialmente riconosciuto l’indicazione geografica DOC “Prosecco”.
Il processo legale si è concluso con la sentenza definitiva della Corte Suprema di Singapore, che ha confermato la protezione della denominazione, a seguito di un ricorso del Consorzio del Prosecco, per la registrazione dell’indicazione geografica Prosecco a Singapore, ribaltando di fatto la precedente decisione della Corte di grado inferiore.
Nel maggio 2019, il consorzio del Prosecco aveva chiesto all’Ufficio di Proprietà intellettuale di Singapore, di registrare come indicazione geografica il Prosecco. Successivamente, l‘australian Grape and Wine Incorporated (AGWI), ente che riunisce i viticoltori e i vinificatori, aveva depositato un avviso per opporsi alla registrazione. L’opposizione si è basta sul fatto che “Prosecco” era il nome di un vitigno australiano e che i consumatori rischiavano di essere indotti in errore riguarda alla provenienza del vino.
L’opposizione dell’AGWI è stata respinta da un funzionario del registro della proprietà intellettuale, perché la probabilità che i consumatori fossero fuorviati dalla vera origine del vino era ridotta, considerando la popolarità, la reputazione e la notorietà dei vini Prosecco italiani stabilendo che nel solo corso del 2018, i vini italiani (introdotti nel mercato dal 2011) venduti a Singapore erano pari a 387.100 litri, mentre i vini australiani (introdotti nel mercato dal 2015) erano pari a 9.657. A quel punto, l’ente australiano ha presentato ricorso alla Corte, che nel 2022, ha accolto l’opposizione dopo aver stabilito che la rcihiesta di registrazione dell’indicazione geografica proposta dovesse essere rifiutata in quanto conteneva oggettivamente il nome di un vitigno. La sentenza stabiliva che la registrazione del nome Prosecco avrebbe potuto fuorviare i consumatori se l’uva “Prosecco” e i vini “Prosecco” fossero stati coltivati o prodotti in quantità significative al di fuori della regione specificata in Italia.
A seguito della sentenza, il consorzio italiano, rappresentato dal sig. Anan Sivananthan, ha poi portato il caso davanti alla Corte d’Appello. La sentenza della Corte Suprema ha invece stabilito che, sebbene l’Australia abbia dimostrato che “Prosecco” è utilizzato in quel Paese come nome di una varietà, l’Australia non ha dimostrato che vi possa essere una confusione per il consumatore rispetto alla vera origine geografica del vino.
Questa sentenza della Corte di Appello non solo consolida la protezione del Prosecco, ma ha anche importanti conseguenze per la protezione delle altre indicazioni geografiche. Questo risultato ottenuto a Singapore segna una pietra miliare significativa negli sforzi per garantire la protezione internazionale del Prosecco e di varie altre denominazioni italiane e dell’UE.