Il 25 settembre la Corte dei conti europea (Court of Auditors, d’ora in avanti, “La Corte”) ha pubblicato una relazione sulle misure di ristrutturazione e di autorizzazione all’impianto dei vigneti nell’UE.
La relazione – denominata “Ristrutturazione e impianto di vigneti nel’’UE: impatto poco chiaro sulla competitività e ambizione ambientale limitata” – ritiene che la politica vitivinicola dell’UE non solo non raggiunga gli obiettivi ambientali, ma che le sue misure non mirino direttamente alla competitività del settore.
Le conclusioni principali della relazione sono che:
- Le misure in questione (ristrutturazione e sistema delle autorizzazioni all’impianto), volte a rafforzare la competitività dei viticoltori, sono deboli in termini di progettazione e attuazione;
- Queste misure non soddisfano gli obiettivi ambientali della PAC;
Sul lato della ristrutturazione la Corte ritiene che pur rappresentando più di 5 miliardi di euro per il periodo 2014-2023, il quadro su cui si basa la misura di ristrutturazione manca di definizioni appropriate, strategie coerenti e indicatori pertinenti. I 5 Stati membri (Repubblica Ceca, Grecia, Spagna, Francia e Italia), oggetto di controllo della Corte, hanno finanziato tutte le domande ammissibili senza applicare alcun criterio per selezionare i progetti più idonei a promuovere la competitività. Inoltre, hanno finanziato progetti che non hanno portato ad alcun evidente cambiamento strutturale.
Per quanto riguarda, il regime di autorizzazioni all’impianto, il progetto mirava a prevenire l’eccesso di offerta limitando la crescita della superficie viticola all’1% all’anno (misura prorogata per altri 15 anni fino al 2045).
La Corte ha rilevato che non è stata effettuata alcuna analisi d’impatto prima che i co-legislatori proponessero e adottassero la misura.
Secondo la Corte, il regime di autorizzazioni all’impianto pone un limite alla superficie viticola totale dell’UE, senza però limitare la produzione, il che rischia di vanificare l’obiettivo del regime di evitare un eccesso di offerta.
Infine, sotto il profilo ambientale, le misure in questione (ristrutturazione e impianto) tenevano conto solo parzialmente della protezione dell’ambiente, nonostante l’entità dei finanziamenti.
La Corte raccomanda agli Stati membri di indirizzare almeno il 5% del bilancio del vino agli obiettivi climatici e ambientali (sostenibilità). Una percentuale considerata bassa dalla stessa Corte in relazione al quadro politico definito dalla PAC, ove almeno il 40% del bilancio doveva essere destinato agli obiettivi climatici.
Per questi motivi, la Corte raccomanda alla Commissione di:
- Puntare sulle misure di ristrutturazione e di autorizzazione all’impianto per favorire la competitività;
- Aumentare l’ambizione ambientale della politica vitivinicola.
La Commissione ha già dichiarato di accettare queste raccomandazioni, impegnandosi ad implementare entro il 2028 quanto definito dalla Corte.