L’abolizione della tassa sul vino spumante, richiesta da anni, è ormai una realtà, come parte del pacchetto di aiuti Corona per l’industria dell’ospitalità. Anche gli albergatori ne trarranno vantaggio, ma il vero target di riferimento per gli sgravi sarà probabilmente costituito dai produttori austriaci di vino frizzante. Si sono lamentati di uno svantaggio competitivo rispetto ai prodotti concorrenti Prosecco e Frizzante, che provengono per lo più da produzioni italiane e non sono soggetti alla tassa. La soddisfazione in merito è solo prudente: le tracce della crisi Corona sono troppo profonde, data la gastronomia chiusa e l’assenza di eventi. Perché, secondo Josef Glatt, direttore dell’associazione dei viticoltori austriaci, più della metà dello spumante totale consumato in Austria viene di solito bevuto in occasione di eventi e manifestazioni.
Dopo la reintroduzione dell’imposta sugli spumanti nel 2014, le vendite di spumanti nazionali sono diminuite in modo significativo, tanto che secondo lo Sparkling Wine Committee, il mercato degli spumanti, aveva solo una quota di circa il 30%. Pertanto, in assenza della tassa – in senso stretto non è stata abolita per motivi di diritto europeo, ma è stata invece azzerata – si aspetta ora un’inversione di tendenza. A medio termine, la quota di mercato dello spumante austriaco dovrebbe salire di nuovo al 50 per cento, e diventare notevolmente più forte, soprattutto nel settore della ristorazione.
(ICE VIENNA)
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