I climatologi ribadiscono che la mappa globale del vino potrebbe essere trasformata entro il 2050. I produttori principali in Europa e in America Latina, insieme a parti della California e dell’Australia, potrebbero andare incontro al surriscaldamento, mentre aree non tradizionalmente vocate alla vitivinicoltura si apprestano ora a decollare. Rispetto a soli 5 anni fa, oggi in Danimarca si trovano 90 vigneti a livello commerciale e circa 40 in Svezia. Circa una dozzina sono presenti invece al nord della Norvegia. Ma molti altri sono in fase di avvio. Secondo le previsioni, entro 50 anni, il clima della Scandinavia sarà più simile a quello della Francia settentrionale, in quanto le temperature saliranno di 6 gradi. Di fatto, la quantità di vino nordico prodotto è ancora piccola e la maggior parte viene consumata all’interno della regione, lasciando così poco all’esportazione. Le entrate del vino in Danimarca, Norvegia e Svezia sono state di circa 14 milioni di euro quest’anno, rispetto ad esempio ai 28 miliardi di euro in Francia. Sarà necessario produrre più vino affinché l’industria possa crescere sempre e soprattutto in chiave sostenibile. Anche il prezzo deve scendere per attirare i consumatori. Le bottiglie nordiche in media costano dai 30 ai 40 euro a causa del costo del lavoro che è tre volte superiore a quello di Francia, Italia e Spagna.
Con il riscaldamento climatico la produzione di vino decollerà nei paesi scandinavi.

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