I ricercatori americani e francesi dell’Institut national de recherche en agriculture, alimentation et environnement (Istituto nazionale di ricerca in agricoltura, alimentazione e ambiente – Inrae) hanno sviluppato un modello per calcolare le varie fasi di sviluppo degli 11 vitigni più comuni al mondo (Cabernet Sauvignon, Chasselas, Chardonnay, Grenache, Merlot, Morvèdre, Pinot Noir, Riesling, Sauvignon Blanc, Syrah e Trebbiano). Queste varietà costituiscono il 35% della superficie vitata nel mondo e rappresentano dal 64 all’87% dei vitigni in diversi paesi vitivinicoli importanti come l’Australia, il Cile, la Francia, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti. I ricercatori hanno applicato questo modello a diverse regioni viticole del mondo utilizzando alcuni dati di cambiamento climatico (scenario con un aumento medio della temperatura di 2° nel 2050 e 4° nel 2100) per valutare se queste varietà fossero sostenibili. Il metodo ha permesso di identificare i vitigni che potevano essere più o meno favoriti dalle condizioni future. Le varietà tardive come Grenache e Morvèdre potrebbero svilupparsi maggiormente nelle regioni viticole attuali e le varietà precoci, come il Chasselat, il Pinot noir e lo Chardonnay potrebbero diffondersi in regioni più settentrionali. Lo studio ha permesso di quantificare l’evoluzione delle superfici viticole. I paesi del Mediterraneo, come l’Italia e la Spagna, avrebbero numerose perdite (circa -65% – guadagnando molto poco in superficie, meno del 10%). I paesi situati nella zona temperata, come la Francia e la Germania, resterebbero stazionarie, con lo stesso numero di perdite e di ricavi in superficie (circa 20%). Le regioni viticole situate a latitudini più alte ricaveranno maggiori superfici (Nuova Zelanda tra il 20% e il 100%, nord degli Stati Uniti, tra il 15 e il 60%).
Fonte: Inrae
Conseguenze del riscaldamento climatico

Devi essere connesso per inviare un commento.