Lo scorso 31 ottobre, gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno raggiunto un accordo in base al quale gli Stati Uniti modificheranno i dazi su acciaio e alluminio adottati ai sensi della Sezione 232, al fine di consentire la ripresa delle esportazioni europee di acciaio e alluminio senza dazi doganali aggiuntivi.
Le affermazioni dell’ambasciatrice USTR Katherine Tai “gli accordi annunciati oggi realizzano la visione del presidente Biden di ristabilire le relazioni con i nostri partner europei, contribuendo nel contempo a garantire la redditività a lungo termine delle nostre industrie dell’acciaio e dell’alluminio, delle comunità che sostengono e, cosa più importante, i lavoratori di queste industrie su entrambe le sponde dell’Atlantico. Oltre all’eliminazione da parte dell’UE delle tariffe di ritorsione contro gli Stati Uniti, abbiamo concordato di sospendere le controversie dell’OMC“.
Da parte europea, il Commissario al Commercio Vladis Dombrovskis, ha affermato che questa decisione “allevierà un grave irritante commerciale che ha ostacolato le relazioni commerciali tra l’UE e gli Stati Uniti“. In risposta a questa apertura, l’UE sospenderà “le misure di riequilibrio dell’UE, introdotte a seguito dell’imposizione delle tariffe della sezione 232 degli Stati Uniti“.
Anche se ora dobbiamo attendere la trasposizione ufficiale di questi annunci in testi da adottare su entrambe le sponde dell’Atlantico, questo provvedimento è sicuramente una buona notizia sotto più di un aspetto:
- in primo luogo, per i produttori americani che potranno riprendere le loro esportazioni verso l’Unione Europea a dazio zero;
- poi, per i settori del vino e delle bevande alcoliche su entrambe le sponde dell’Atlantico, perché con questa decisione tutti questi prodotti sono, almeno temporaneamente, esclusi da sanzioni commerciali bilaterali iniziate nel giugno 2018;
- infine, perché indica un cambiamento nelle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Unione Europea.
Bisogna però restare vigili e soprattutto puntare su queste controversie commerciali che devono trovare una soluzione definitiva, che non è scontata né nel merito né nei tempi:
- nel merito, la risoluzione del dossier acciaio-alluminio richiede un lavoro molto complesso sulla sovraccapacità complessiva della produzione siderurgica, che prende di mira chiaramente la Cina;
- va sottolineato che la soluzione trovata non è ancora la risoluzione del conflitto acciaio-alluminio poiché si tratta ancora di un meccanismo di sospensione delle sanzioni e non della loro abolizione;
- non bisogna dimenticare nemmeno il contenzioso Airbus-Boeing, perché se per quasi 6 mesi i diritti sono stati sospesi per un periodo di 5 anni, il caso rimane oggi senza soluzione, cosa inaccettabile per il nostro settore;
- in calendario, le difficoltà si accumuleranno nei prossimi mesi: elezioni di medio termine a novembre 2022 negli Stati Uniti.
Infine, la soluzione trovata tra Stati Uniti e Unione Europea non comporta l’abolizione dell’articolo 232 nemmeno nei confronti degli altri paesi. Di conseguenza, l’Unione Europea manterrà senza dubbio le sue clausole di salvaguardia per proteggere il proprio mercato dalle esportazioni di acciaio e alluminio che non possono più accedere al mercato americano.
Il pericolo è che l’Unione potrebbe subire delle ritorsioni da parte di altri Paesi, come ad esempio la Russia.
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