La Bundesverband Naturkost Naturwaren – BNN, l’associazione tedesca dei produttori e distributori di alimenti biologici, ha pubblicato recentemente una scheda d’informazione dedicata all’acido fosfonico, al fosfonato di potassio e al Fosetil-alluminio.
- Introduzione
Nell’introduzione la BNN ricorda che, dall’autunno 2013, l’acido fosfonico è riscontrato regolarmente nella frutta e nella verdura, sia in agricoltura convenzionale che in quella biologica. Queste contaminazioni sembrano provenire principalmente dall’uso di fosfonato di potassio (precedentemente autorizzato in agricoltura biologica) oppure di Fosetil-Al, considerato che, in entrambi i casi, la sostanza attiva è l’acido fosfonico. Il fosfonato di potassio può essere una componente dichiarata o meno di fertilizzanti o di fortificanti per vegetali che erano autorizzati in agricoltura biologica in alcuni stati dell’UE. Tale uso può avere come conseguenza il rilevamento di residui di acido fosfonico anche dopo diversi anni in quanto è trattenuto nella parte vegetativa delle piante.
- Le relazioni tra fosfonato di potassio, acido fosfonico e Fosetil-alluminio
Il fosfonato di potassio è il sale di potassio dell’acido fosfonico (KH2PO3). Si tratta di un fosfato inorganico. Il fosfato di potassio, o piuttosto la sostanza attiva, l’acido fosfonico, permette di controllare alcune malattie provocate dai funghi, in particolare la peronospora. I fosfonati organici si trovano in diverse forme di vita. Oltre al fosfonato di potassio, esistono altri sali dell’acido fosfonico, come il fosfonato di sodio, che è stato autorizzato nell’UE come sostanza attiva dei fitosanitari fino al 1° febbraio 2014. La degradazione del fungicida Fosetil alluminio (C2H6PO3)3 Al), che non è autorizzato in agricoltura biologica è anche all’origine della formazione di acido fosfonico mediante l’intermediario Fosetil (C2H6PO3H), oppure tre “gruppi individuali” di Fosetil derivano dal Fosetil-Al in quanto l’alluminio è trivalente. È per questa ragione che, secondo il Regolamento n° 396/2005, la definizione del Fosetil-Al è: Fosetil-Al (somma di Fosetil e di acido fosfonico e dei loro sali espressi in Fosetil). Questo causa spesso alcune incomprensioni poiché i rapporti di prova dei laboratori indicano questa somma anche se non è rilevato Fosetil ma soltanto, nella maggioranza dei casi, acido fosfonico.
- L’uso del fosfonato di potassio in agricoltura biologica
Il fosfonato di potassio è stato utilizzato a lungo in Germania per diminuire la dipendenza al rame in viticoltura biologica. Fino al 30 settembre 2013, l’uso di questa sostanza era autorizzato in agricoltura biologica da diversi altri Stati Membri dell’UE per la produzione di verdura biologica (cetrioli, pomodori), di pomacee e di agrumi biologici.
- La classificazione legale
Fino al 30 settembre 2013, esistevano ancora fortificanti e fertilizzanti contenenti sali di acido fosfonico (esempio fosfonato di potassio) che erano autorizzati in Germania e in altri paesi dell’UE. A partire dal 1° ottobre 2013 per il fosfonato di potassio e dal 1° febbraio 2014 per il fosfonato di sodio, queste due sostanze sono state autorizzate come fitosanitarie nell’Unione Europea e di conseguenza non possono più essere utilizzate come fortificanti oppure fertilizzanti. Tuttavia un periodo di tolleranza permetteva il loro uso dopo questa data. I fosfonati potevano soltanto essere utilizzati in agricoltura biologica se erano elencati nell’Allegato II del Regolamento 889/2008.
Nessuno Stato Membro dell’UE autorizza oggi l’uso dei fosfonati in agricoltura biologica.
La BNN e la BÖLW (Bund Ökologische Lebensmittelwirtschaft), l’associazione che coordina il settore dell’agricoltura e degli alimenti biologici, militano a favore dell’autorizzazione in agricoltura biologica, soltanto per la viticoltura e soltanto fino alla fine della fioritura, per limitare i residui. Sembra che i paesi del sud dell’Europa non chiedano un’autorizzazione di questo tipo. Da luglio 2020, il massimo legale dei residui autorizzati per il Fosetil, che comprende i metaboliti e l’acido fosfonico, è di 100 mg/kg per vino e uva da tavola (Regolamento n° 396/2005 nella versione attualmente in vigore).
- La tossicologia
I fosfati e specialmente l’acido fosfonico hanno una tossicità talmente bassa che l’EFSA non ha fissato una dose di riferimento per il fosfonato di potassio (dose acuta di riferimento non rilevante). La dose giornaliera accettabile è di 2,25 mg/kg del peso corporeo al giorno.
- I metodi analitici
I laboratori applicano per l’acido fosfonico dei limiti di determinazione analitica che variano da 0,01 mg/kg a 0,05 mg/kg secondo il tipo di alimento. L’analisi è fatta tramite estrazione acquosa oppure mediante metanolo e misurazione tramite cromatografia liquida con spettrometria di massa tandem (liquid chromatography with tandem mass spectometry LC-MS/MS (ESI in ione negativo). Questa cromatografia permette di escludere qualsiasi errore ma non permette di determinare l’origine dell’acido fosfonico.
- Le origini delle positività
I residui di sostanze fitosanitarie devono essere ridotti al minimo il più possibile. Basandosi sull’esperienza acquisita finora, il rilevamento di acido fosfonico può essere attribuito all’uso di fosfati (o di Fosetil-al). Tuttavia, nel caso di colture permanenti, l’uso può risalire a un periodo in cui l’utilizzazione di queste sostanze era ancora possibile in agricoltura biologica. Uno studio pilota condotto da Bogli e Speiser (2019) sulla viticoltura biologica dimostra che l’acido fosfonico è ancora riscontrabile 5-6 anni dopo l’applicazione e che la concentrazione nei campioni rilevati non scende al di sotto di 0,01 mg/kg prima dei 6 anni. Oltre all’uso di fosfonati, l’Istituto Julius Kuhn ritiene che un’altra fonte di contaminazione possa essere l’uso di concimi fosfatici. Inoltre esistono spesso casi di aggiunte non dichiarate di acido fosfonico nei mezzi tecnici autorizzati in agricoltura biologica. I mezzi tecnici costituiscono una fonte primaria di presenza di acido fosfonico negli alimenti biologici e deve in tal senso far parte di una strategia di gestione dei rischi.
- La valutazione dei rilevamenti di acido fosfonico
La BNN raccomanda la procedura seguente:
se l’acido fosfonico è rilevato, i mezzi tecnici agricoli devono essere assolutamente controllati:
- per le colture annuali e biennali, quando il livello è uguale o superiore a 0,05 mg/kg;
- per le colture perenni, quando il livello è uguale o superiore a 0,1 mg/kg.
Tuttavia, anche concentrazioni inferiori devono essere ridotte il più possibile. Per le colture permanenti, l’obiettivo a medio termine è di arrivare a un livello compreso tra 0.05 e 0.1 mg/kg.
Fino al 31 dicembre 2022, soddisfano i requisiti della BNN per quanto riguarda l’acido fosfonico e i suoi sali se i livelli non superano 0,05 mg/kg per le colture annuali e biennali e 0,1 mg/kg per le colture perenni. Può essere considerata un’incertezza di misura del 30% (l’incertezza di misura standard del 50% non si applica in questo caso in quanto il principio vale per le sostanze fitosanitarie il cui rilevamento si basa sui metodi multipli).
Se non è rilevato Fosetil, non ci sono ragioni di pensare che la presenza di acido fosfonico sia dovuta all’uso proibito di Fosetil-Al. Fino al 1° ottobre 2013, l’uso di fosfonati come fortificanti oppure come fertilizzanti era autorizzato in diversi paesi dell’UE e quest’uso può essere rilevato anche anni dopo nel caso di colture permanenti. Nei paesi terzi, l’uso di sostanze fitosanitarie o di fertilizzanti può essere autorizzato o non esserlo espressamente. L’organismo di controllo è responsabile della valutazione dei residui la cui presenza è dovuta all’uso di prodotti contenenti fosfati non dichiarati. La BNN ritiene che questi prodotti possano essere commercializzati con il logo biologico se sono prese misure per impedire l’uso futuro di questi prodotti.
- Ulteriori raccomandazioni riguardo l’indagine sulle origini della presenza di acido fosfonico
È richiesto di procedere a una revisione critica dei mezzi tecnici nel caso in cui sia condotta un’indagine dei residui di acido fosfonico. La BNN invita i produttori interessati a prendere seriamente in considerazione i casi di rilevamento di acido fosfonico per identificarne le cause e, se possibile, porre rimedio a queste situazioni.
Inoltre richiede che le risposte siano ragionevoli per non screditare ingiustamente gli alimenti prodotti nel rispetto della normativa dell’agricoltura biologica.
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