In caso di gelo senza vento, l’aria calda più leggera, sale e l’aria fredda è “bloccata a terra”. Di conseguenza esiste un rischio maggiore di gelo sul terreno rispetto all’altezza. Tuttavia in Borgogna, la vite viene generalmente tagliata in modo che rimanga a circa 50 centimetri da terra, il che favorisce il rischio di gelo.
Inoltre la potatura avviene durante l’inverno determinando lo sbocciare di gemme nuove, formate per il 90% di acqua e più sensibili al freddo. L’Istituto della vite e del vino (IVV) ha proposto nel 2019 una sperimentazione di “potatura tardiva” nella tenuta Naudin-Ferrand su una superficie di 21 ettari. Le viti vengono tagliate alla fine di aprile, quando è passato il periodo del gelo più forte. In questo modo si ritarda l’inizio della vegetazione e si lasciano i rami molto alti. La “potatura tardiva” è una soluzione ecologica. Il metodo permette di raggiungere un duplice obiettivo: rallenta lo sviluppo della vite e ne ritarda la maturazione, rappresentando un vantaggio nella lotta contro le situazioni a ripetizione di caldo estremo che hanno anticipato continuamente l’inizio della vendemmia. La perdita di resa sembra limitata tra il 5 e il 15%, rispetto alle perdite dal 30 al 60% dovute al gelo. La potatura tardiva non è una novità. È già praticata in Nuova Zelanda dove riduce l’impatto del gelo del 40-50%.
Fonte: La Revue du vin de France
Devi essere connesso per inviare un commento.