Una delle minacce più gravi che il vino sta subendo a livello internazionale è il potere crescente della lobby antialcol, che non distingue tra il vino e le altre bevande alcoliche e che considera il vino solo come fonte di alcol e quindi dannoso per la salute. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene che l’alcol insieme al tabacco siano nella lista dei composti associati alle malattie non trasmissibili e indica anche alcune strategie da adottare per prevenire quelle malattie, come ad esempio l’aumento della tassazione, restrizioni alla vendita, divieto di pubblicità. Per arginare il problema è necessario che si crei un modo di pensare favorevole al consumo consapevole di vino. E’ necessario dimostrare che un mondo senza vino è peggiore di un mondo col vino. Ci sono due strategie principali per raggiungere un obiettivo di questo tipo. La prima è enfatizzare il ruolo culturale del vino, visto che condivide la storia di una parte dell’umanità da millenni e che è fortemente radicato nel vissuto di molte nazioni. Il vino è un prodotto ricco di contraddizioni, affascinante, non solo per il suo aspetto edonistico ma anche per gli aspetti immateriali e le emozioni che suscita in chi lo degusta ; è ricco di significati a volte contraddittori tra loro, come scienza ed arte, storia e leggenda, sacro e profano. Chi può avere dunque il coraggio di combattere un prodotto culturale ? La seconda è di connotare il vino come campione della sostenibilità. La viticoltura è un elemento di stabilità sociale (oltre che di tutela ambientale) in zone difficili (forti pendenze, montagne, piccole isole etc), di recupero di gruppi a forte disagio (comunità di ex-tossicodipendenti, carcerati, etc…). Se fatta in maniera sostenibile, permette di aumentare la biodiversità (sia sopra suolo che sotto il suolo), con effetti benefici per la biosfera, di mitigare gli effetti negativi del cambio climatico. Infine la bellezza di un paesaggio viticolo è appagante per un visitatore e questo rappresenta un bene immateriale di grande valenza. Ma da un punto di vista tecnico, c’è ancora molto da fare per ridurre gli input, specialmente sul fronte della difesa fitosanitaria. Ci sono varie vie per ridurre l’impatto degli agrofarmaci : biocontrollo, viticoltura di precisione, scelta di piante meno sensibili ai parassiti mediante interventi routinari o miglioramento genetico. La viticoltura è quindi « forzata » verso il percorso della sostenibilità, se vuole continuare a esistere.
Fonte : Georgofili INFO – Notiziario di informazione a cura dell’Accademia dei Georgofili
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