Fino ad ora, i disciplinari dei viticoltori di Champagne richiedevano ai viticoltori di piantare viti la cui spaziatura non si estendeva per più di 1,5 metri. I nuovi disciplinari, attualmente in fase di elaborazione, consentiranno viti cosiddette “semi-larghe” distanziate di 2 e 2,2 metri l’una dall’altra: circa 2 metri contro gli 1,20 e gli 1,30 metri attuali.
La decisione prende atto dei risultati di uno studio commissionato dal Sindacato Generale Viticoltori (SGV) e condotto dal 2006 in collaborazione con l’Istituto nazionale dell’origine e della qualità (INAO) e il Comitato interprofessionale dei vini Champagne (CIVC). Secondo questo studio, viti più distanziate consentirebbero di ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra grazie all’uso di attrezzature più efficienti rispetto agli attuali trattori a trampolo. Le viti “semi-larghe” sono più resistenti alle malattie perché hanno meno foglie. Infine, sono più resistenti alla siccità e hanno bisogno di meno fertilizzanti, prodotti fitosanitari o altri fattori di produzione. Il calo della produzione è stimato al 20%, ma la produzione può raggiungere i 12.400 kg per ettaro, la media fissata tra il 2007 e il 2019 per soddisfare il mercato mondiale.
Fonte: La Revue du vin de France
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