Il rame è stato utilizzato in diverse forme per 150 anni per controllare varie malattie fungine o batteriche. È spesso l’unico principio attivo autorizzato in agricoltura biologica con un effetto efficace su varie malattie. Per questa ragione la possibilità che l’uso di questa sostanza sia vietato in futuro preoccupa particolarmente il settore biologico. Il rame è presente naturalmente nelle rocce e nei suoli ma in quantità molto ridotte. Le principali fonti esterne provengono dall’uso di prodotti fitosanitari e dalla diffusione del letame di bestiame. Le applicazioni regolari di prodotti fitosanitari a base di rame hanno portato a un accumulo a volte massiccio di questo elemento nei primi centimetri del terreno, poiché il terreno non riesce ad espellere molto questa sostanza. Pertanto, il contenuto di rame nei suoli può raggiungere i 200 o anche i 500 mg/kg contro 3-100 mg/kg in terreni incolti e da 5 a 30-45 mg/kg in terreni agricoli non trattati con rame. Le concentrazioni di rame in eccesso hanno un effetto deleterio su diversi organismi viventi importanti per l’equilibrio del suolo. Nel 2018 l’EFSA ha pubblicato una relazione di valutazione sul principio attivo “rame”. Evidenziando la mancanza di dati e per concludere sulla soglia di tossicità si è basata sul principio di precauzione che ha portato a nuove restrizioni all’uso. Sulla base di questa relazione, la Commissione europea ha rinnovato l’approvazione del rame dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2025 ma lo ha classificato come “sostanza candidata alla sostituzione”. Il rinnovo è stato accompagnato da una riduzione dei quantitativi utilizzabili: una media di 4 kg di rame per ettaro all’anno per sette anni, mantenendo la flessibilità, il cosiddetto lissage, da un anno all’altro che lascia flessibilità in caso di forte pressione su un anno. Alcuni paesi europei, come i Paesi Bassi e la Danimarca, hanno già vietato l’uso del rame come prodotto fitosanitario.
La Francia si è impegnata a ridurne l’uso. Nel luglio 2019, il Ministero francese dell’Agricoltura ha pubblicato una tabella di marcia in cinque punti:
- incoraggiare la ricerca, l’innovazione e l’acquisizione di conoscenze sugli impatti dell’uso del rame, la riduzione della dose e lo sviluppo di alternative;
- diffondere e incoraggiare le buone pratiche e l’uso delle alternative disponibili;
- adeguare i regolamenti per incoraggiare lo sviluppo di alternative;
- sostenere e formare gli agricoltori al cambiamento delle pratiche;
- valorizzare questo lavoro e mettere insieme gli sforzi a livello europeo.
Fonte: DECODAGRI (Gruppo NGPA – Nouvelle génération de presse agricole)
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