Il 21 ottobre, gli Stati Uniti hanno deciso di porre fine alle indagini della Sezione 301 sulle tasse sui servizi digitali imposte da Italia, Francia, Regno Unito, Austria, Spagna e Stati Uniti.
Questa decisione arriva dopo aver raggiunto un accordo su un regime fiscale transitorio che entrerà in vigore fino all’attuazione del nuovo quadro internazionale negoziato nell’ambito dell’OCSE.
L’accordo raggiunto presso l’OCSE si compone di due parti:
- Il primo consente ai paesi di tassare le società che operano nella loro giurisdizione senza una presenza fisica;
- Il secondo metterebbe in atto un’aliquota minima complessiva dell’imposta sulle società.
I membri dell’OECD Inclusive Framework hanno annunciato di aver concordato i principi della nuova struttura e hanno emesso una moratoria sulle nuove tasse sui servizi digitali. Non sono state invece incluse le modalità per la rimozione delle tasse esistenti sui servizi digitali.
Nell’ambito dell’accordo annunciato giovedì scorso, i paesi europei manterranno le tasse sui servizi digitali fino all’attuazione del primo pilastro. Tuttavia, se l’importo che le aziende pagano a questi paesi supera quello che avrebbero avuto se il primo pilastro fosse stato in vigore, alle aziende verrà accreditato l’eccedenza al momento del calcolo delle imposte negli anni successivi.
Inoltre, l’USTR chiuderà le sue indagini sulle tasse nazionali, nonché la sua intenzione di imporre tariffe (una minaccia che ha pesato su Italia ma anche Austria, Francia, Spagna e Stati Uniti. Regno Unito, oltre a India e Turchia).
Questo accordo dovrebbe aiutare a pacificare i rapporti tra gli Stati Uniti e diversi paesi europei.
Tuttavia, occorre rimanere cauti sulla finalizzazione di questo accordo, che deve essere ratificato dal Senato degli Stati Uniti nella misura in cui la sua attuazione richiederà modifiche ai trattati fiscali statunitensi.
Tale prospettiva è però incerta, sia nella sostanza – il Senato non condivideva i precedenti trattati fiscali multilaterali – sia nella forma. Infatti, la ratifica richiede una maggioranza di due terzi e alcuni repubblicani hanno già criticato l’accordo OCSE. Inoltre, le elezioni di medio termine del novembre 2022 non garantiscono, tutt’altro, un rafforzamento delle fila democratiche al Congresso.
Devi essere connesso per inviare un commento.