I fenomeni infiammatori svolgono un ruolo importante nello sviluppo delle malattie cardiovascolari che rappresentano un carico enorme per il sistema sanitario statunitense e sono un terzo delle cause delle morti negli Stati Uniti. Un ampio studio è stato intrapreso dai ricercatori dell’università di Harvard in una popolazione di più di 100 000 infermiere tra i 25 e i 42 anni e di più di 51 000 infermieri di età compresa tra 45 e 72 anni. Queste popolazioni sono state seguite per venti anni rispetto al loro stile di vita, la loro storia medica e sulle informazioni relative alla loro salute. È stata analizzata la loro dieta in funzione a componenti potenzialmente infiammatorie (carne rossa, carboidrati raffinati, bibite zuccherate) e delle componenti potenzialmente antinfiammatorie (verdura, frutta, cereali integrali, tè, caffè e vino). È emerso che una dieta alimentare potenzialmente infiammatoria era associata a un rischio di malattia cardiovascolare sensibilmente più elevato qualsiasi sia l’età e il sesso. Gli autori dello studio sottolineano che queste conclusioni sono coerenti con quelle degli studi precedenti che hanno evidenziato l’associazione di diete a basso potenziale infiammatorio (la dieta mediterranea è esplicitamente citata) e di una riduzione dei rischi delle malattie cardiovascolari. Il vino è menzionato tra gli alimenti ricchi di sostanze antinfiammatorie.
Fonte: Journal of the American College of Cardiologists.
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